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LA STORIA DEL CREST

La parola crest nel significato originale in lingua inglese indica l'ornamento che gli antichi cavalieri portavano sulla cima dell'elmo come emblema distintivo della famiglia di appartenenza, un emblema che veniva riprodotto su scudi e stendardi costituendo il fondamento della simbologia araldica. La tradizione dei crest nella Marina Militare Italiana non è molto antica e si può datare intorno all'anno 1960. Prima della seconda guerra mondiale, durante tale guerra e per oltre un decennio dopo la sua cessazione, non se ne conosceva l'uso. Le navi e gli enti a quell'epoca avevano, invece, una propria medaglia che era offerta ai visitatori e alle signore invitate alle feste a bordo: in questo caso la medaglia era ornata con un nastrino azzurro con il nome della nave mentre, ornata da un fiore in oro, era donata agli ufficiali al termine del periodo di imbarco. Viceversa, nelle Marine britannica e statunitense il crest era già in uso da molti anni. Entrato nell'uso in seguito ai contatti con tali Marine, i crest ora adornano le pareti dei quadrati a bordo delle navi e di tanti uffici degli enti a terra.

La remota origine del crest della Marina Militare Italiana, tuttavia, si può far risalire alla circolare 419 - datata Torino, 2 febbraio 1865, quando la città era ancora la capitale del Regno - che riguardava l'istituzione dei "tappi di volata". Tale circolare stabiliva che "ogni nave abbia per dotazione fissa un numero di difense di legno per cannoni, eguale a quello delle bocche da fuoco della batteria scoverta, e che queste difense siano costruite giuste il modello... che verrà approvato dal ministero". Si parlava, dunque, di tappi di legno ma non di ornamenti da apporvi sopra. Nel 1865 la flotta italiana era ancora composta prevalentemente da navi con cannoni in batteria, e solo l'"Affondatore" aveva due cannoni da 254 mm in due torri, uno a prora e uno a poppa. Fu solo dopo l'adozione dei cannoni in torre sulle corazzate "Italia" e "Lepanto" del 1980-1982 che i tappi di volata, da semplici coni di legno, si trasformarono in oggetti più elaborati, sulla cui superficie esterna si metteva un medaglione di bronzo con uno stemma più o meno attinente al nome della nave.

La costruzione delle navi in ferro aveva portato come conseguenza che anche le bitte fossero in ferro e che fossero normalmente chiuse superiormente da un tappo circolare di ottone o di bronzo, ornato con lo stemma della nave. Oltre che sui tappi di volata e sui coperchi delle bitte, lo stemma della nave era riposto sui "medaglioni" applicati su due lati della prora delle imbarcazioni appartenenti alla nave. Probabilmente, agli inizi, tali stemmi erano applicati secondo le semplici direttive del comandante della nave, ma in epoche successive la loro forma e dimensione fu regolamentata dalla Direzione generale delle costruzioni navali e meccaniche del Ministero della Marina con la pubblicazione "Norme riguardanti emblemi, distintivi e nomi da applicare sulle Regie Navi".

Per tutta la durata della seconda guerra mondiale e per il decennio successivo queste norme furono osservate, ma nessuno pensò ai crest che erano da tempo in uso nelle marine britanniche e statunitense. Chi introdusse, come fu introdotto e come si sia diffuso questo genere di ricordo navale non è facile da determinarsi. Negli anni 1957 - 1958 nell'arsenale di Taranto vennero fatte le prime richieste da parte di comandanti per ottenere la costruzione di crest per le loro navi e per le medaglie. Anche per la realizzazione dei crest non esistono norme ufficiali, quindi figure, iscrizioni o fregi che li ornano sono frutto della fantasia dell'artista che viene incaricato di disegnarlo. I più antichi esemplari sono semplici fusioni in bronzo, costituite da un medaglione sul cui contorno correva una fascia con la scritta del nome della nave e nel cui centro si trovava un simbolo più o meno attinente al nome della nave o alla sua attività. Vi sono state poi fusioni di alluminio colorato e, infine, in epoche molto recenti, delle vere e proprie composizioni accompagnate da etichette con il numero delle stelle, e talora la firma dell'ammiraglio a cui si riferiscono (Capo di Stato Maggiore, Comandante del Dipartimento etc.). Oggi la diffusione dei crest è stata generalizzata oltre che per le unità navali, anche per tutti gli enti a terra.

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