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I Quaderni del Reale Cantiere navale di Castellammare di Stabia

di Antonio CIMMINO

Quaderno n° 1 dal 1783 al 1860

Antonio CIMMINO

Nato a Castellammare di Stabia nel 1947
Marinaio di leva 1/47. Cat. Tm/Mc - Nave Volturno e Nave Etna
Esperto navale e cultore della storia della Marina,ha lavorato diversi anni nel cantiere navale di Castellammare di Stabia
Ha elaborato, pubblicato e condotto per l' I.T.I. "R. Elia" di Castellammare un progetto pilota per"Addetti alla costruzione, riparazione ed allestimento navale. Formazione di tecnici navali"
Ha tenuto con relativa pubblicazione di dispense, un ciclo di lezioni su"Caratteristiche delle navi militari costruite nel cantiere navale stabiese"
Socio del Gruppo A.N.M.I. di Castellammare di Stabia e Revisore dei conti della Federazione di Napoli dell'Istituto del Nastro Azzurro.
Revisore dei conti dell' A.N.C.R. di Scafati

Il libro è' stato presentato presso il cinema MONTIL, il volume di Antonio CIMMINO dal titolo: "Il Reale Cantiere navale di Castellammare di Stabia e le sua navi 1783-1860". L'evento rientrava nell'ambio della manifestazione "Le tradizioni del Natale a Stabia 2012-2013" promossa dall'Azienda di cura soggiorno e turismo di Castellammare. Nella stessa serata, inoltre, venne inaugurata una mostra fotografica sulle principali navi costruite nei cantieri stabiesi ed il primo blocco di documentazione della Banca della Memoria, curata da Antonio Cimmino nell'ambito delle attività dell'Associazione Marinai d'Italia, riguardante i marinai stabiesi morti o dispersi nel corso dei vari conflitti bellici cui presero parte.

L'intervista di Stabia Channel

Per informazioni è possibile contattare Antonio CIMMINO via e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica (cimanto57@libero.it)

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MARINAI D’ITALIA

GRUPPO  M.O.V.M. “LUIGI LONGOBARDI”

CASTELLAMMARE DI STABIA

 COMUNICATO STAMPA

 I pannelli dedicati all’attività della Regia Marina nella grande guerra, riportano le immagini delle principali azioni compiute dai marinai in un conflitto che vide, l’un contro l’altra armata, decine di paesi e milioni di uomini.

La guerra si rivelò diversa da quelle precedenti. Comparvero sui campi di battaglia, in terra e in mare, nuove e terribili armi quali i gas, i carri armati, gli aerei, i sommergibili. Sul mare, almeno nel Mediterraneo, non avvennero grandi scontri navali. Le corazzate di entrambi gli schieramenti, preferirono restare nei porti, circondate dalle reti di protezione. La Regia Marina, però, violò con piccole imbarcazioni: i MAS, le basi navali di Pola, Trieste e Valona causando danni enormi, anche di natura psicologica, agli austro-ungarici. I MAS e le altre piccole imbarcazioni di Rizzo, Paolucci, Rossetti e la famosa impresa di PREMUDA del 10 giugno 1918 ( futura data della Festa della Marina) con l’affondamento della corazzata austriaca  Santo Stefano, dimostrano l’ardimento dei marinai italiani e l’importanza del naviglio sottile in un teatro di guerra chiuso come l’Adriatico.

Sul mare, però, si assistette  anche ad una guerra  spietata condotta dai sommergibili, specialmente quelli tedeschi, che affondarono numerose navi mercantili e anche passeggeri. Dopo la rotta di Caporetto, i marinai accorsero sul Piave e sul Carso per arginare l’offensiva nemica. I fanti di Marina – i futuri marò Reggimento San Marco – difesero Venezia e la laguna. I marinai in grigio-verde si coprirono di gloria nelle trincee combattendo a fianco a fianco con i fanti.

Non a caso, al termine del conflitto, il grande ammiraglio THAON di REVEL, chiuse l’ordine del giorno della Vittoria con la frase “Onore sempre a voi, onesti e prodi Marinai d’Italia”.

I pannelli, quindi, raccontano con immagini, molte a colori, questa epopea,  evidenziando le dimensioni  marine, terrestre ed aeree della Marina e focalizzandosi sullo sforzo bellico compiuto dal cantiere navale di Castellammare di Stabia per fornire, oltre a quelle già in attività varate negli anni precedenti, navi ed unità  di superficie.

A corredo della mostra, altri pannelli riportano le foto e l’attività di servizio di molti marinai del Compartimento marittimo di Castellammare di Stabia che, dall’inizio del secolo scorso e fino al secondo conflitto mondiale, servirono la Patria sempre all’altezza dei complimenti.

Libero Ricercatore, partner dell’Associazione Marinai di Castellammare, ha approntato alcuni pannelli con fotografie d’epoca riportanti i vari delle principali navi militari varate nell’antico cantiere navale ( fondato nel 1783), dalla seconda metà dell’800 fino agli anni ’30 del secolo scorso.

Il giorno 14 marzo alle ore 19,00 nella sala attigua ci terrà una conferenza dal titolo:” la Regia Marina nella Grande Guerra: battaglie mancate ed eroismi individuali”. Relatore  sarà l’ammiraglio Pio Forlani, storico ed  esperto di marittimi (scheda)

La mostra rimarrà a disposizione di cittadini e, soprattutto, di studenti per due settimane con comandate di soci dell’ANMI per illustrare ulteriormente le immagini.

L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Prefettura di Napoli ed il plauso della Segreteria del Presidente della Repubblica.

 Antonio CIMMINO

(curatore dei pannelli mostra ANMI)

 SCHEDA AMMIRAGLIO PIO FORLANI

 Nel corso della sua vita professionale è stato destinato, con incarichi di crescente responsabilità, a bordo di Unità di linea della Squadra Navale ( S. Giorgio, Ardito, Maestrale) e presso Comandi ed Enti a terra tanto della Marina Militare che interforze ed internazionali, in Italia ed all'estero. In particolare, nell'ultimo decennio della sua vita professionale, è stato dapprima a capo dell’Ufficio di Coordinamento Nuove Costruzioni e Dottrina Logistica del Reparto Studi Progetti Mezzi e Materiali (SPMM) dello Stato Maggiore Marina e poi dell'Ufficio Ricerca e Sviluppo dello Stato Maggiore della Difesa, con responsabilità sui processi di sviluppo e validazione dei Requisiti Operativi di progetti quali, nella dimensione marittima, quelli relativi alle nuove Unità di Pattugliamento cl. Comandante CIGALA FULGOSI, alla Portaerei Cavour e, nella cornice internazionale ITA/FR i requisiti di Supporto Logistico Integrato delle Fregate cl. DUILIO mentre, in ambito interforze, ha curato la definizione del Piano Spaziale della Difesa 2012/2020, la condotta delle negoziazioni per la definizione dei requisiti funzionali del futuro sistema satellitare europeo di Osservazione della Terra MuSIS e i processi di sviluppo e validazione di numerosi requisiti operativi di Sistemi Complessi di Difesa, tra cui quelli dell'UAV tattico (TUAV), degli Elicotteri da Trasporto Medio e Pesante, dell'EI e dell'AM, del Pattugliatore Marittimo su piattaforma ATR 72, e della nuova Autoblindo Centauro II, conseguendo elevatissimi riconoscimenti tra cui l'Encomio Solenne del Capo di Stato Maggiore Difesa.

 

Locandine Mostra ed Invito a partecipare alla presentazione del nuovo libro

 

Di seguito una raccolta di cartoline inviate dal Dott. Antonio CIMMINO, del Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia

La nave da battaglia Dante Alighieri prima dreadnought italiana costruita a Castellammare di Stabia

 

Con l’inizio del ‘900 si rivoluzionò il concetto di battaglia navale e, conseguentemente, di costruzioni navali. La comparsa dei siluri, infatti, rese necessaria una battaglia a lungo raggio e con cannoni di calibro maggiore, oltre ad una adeguata difesa delle strutture con corazze sempre più spesse. Il tutto a scapito dei piccoli calibri dei pezzi che servivano unicamente sulle brevi distanze per contrastare le torpediniere e necessitavano di sistemi di puntamento diversi. Tale modifica si verificò anche a seguito della battaglia navale di Tsushima del 1905 nella guerra russo-nipponica che vide la vittoria della Marina giapponese per l’impiego di unità sottili, specialmente torpediniere, che attaccarono ed affondarono incrociatori. I motori alternativi a triplice espansione furono, man mano, sostituiti da turbine a vapore che permettevano maggiore velocità, minore manutenzione e uno scafo più basso. All’inizio del secolo XIX comparvero, quindi, le prime corazzate 1 monocalibro del tipo Dreadnought, dal nome della prima nave inglese di questo tipo. L’ammiragliato britannico decise la costruzione della corazzata Dreadnought (il nome significa “senza paura” in omaggio ad un vascello del 1704 armato con 60 cannoni) con tre torri binate diametrali e due altre a murata, tutte dello stesso calibro (305 mm), 27 pezzi da 76/50 mm e 5 tubi lanciasiluri da 457 mm. Con le sue 18.190 tonnellate di dislocamento e la velocità di 21,8 nodi consentita dalle motrici a turbina, queste corazzate caratterizzarono una nuova classe di navi.  I grossi cannoni monocalibro 2, inoltre, possedevano celerità di tiro, rapidità di manovra ed una maggiore facilità di puntamento mediante l’installazione di una unica centrale di tiro rispetto lle modalità di puntamento di ogni singolo pezzo di diverso calibro. La nuova nave fu varata l’11 novembre 1906  Portsmouth in applicazione della teorie del colonnello del Genio Navale Vittorio Cuniberti 3 che, tra l’altro, aveva teorizzato la sostituzione del carbone con la nafta per l’alimentazione delle caldaie e studiato sistemi di protezione subacquea della carena. In Italia la prima dreadnougth fu costruita nel cantiere navale di Castellammare di Stabia e le fu dato il nome di Dante Alighieri ed il motto “Con l’animo che vince ogni battaglia”. Unica nave della classe, costruita su progetto dell’Ispettore Generale G.N. Edoardo Masdea 4, fu la prima corazzata al mondo ad avere torri trinate per cannoni e la prima in Italia ad avere 4 eliche e cannoni monocalibro. La nave fu impostata nel 1909 e varata un anno dopo. All’atto del varo i giornali dell’epoca così scrivevano: “ Come avevamo annunciato, sabato scorso alla presenza dei Sovrani e dei Duchi d’Aosta, ebbe luogo il varo dal cantiere di Castellammare di Stabia della grande corazzata Dante Alighieri che è la prima delle nostre navi da battaglia tipo Dreadnought, lunga 158 metri, della stazzatura di 20.000 tonn. e munita di macchina a turbina di 26.000 cavalli. Il varo riuscì sollecito e perfetto destando il più vivo entusiasmo. Vi assisteva anche tutta la nostra squadra del Mediterraneo, la quale per un giorno, avea così sospese le manovre nelle quali è ora impegnata…”( Domenica del Corriere – anno XII n. 35, 28 agosto – 4 settembre 1910). Ancora:”  Le Potenze continuano ad apprestare nuovi colossi per il mare: due settimane fa, in Inghilterra varavasi il Lion, forse la più grande nave di maggior tonnellaggio che esista nel mondo; e l’Italia varò il 20 agosto, dal cantiere di Castellammare, una corazzata altrettanto grande, portante il gran nome di Dante Alighieri sintetizzante tutte le più alte aspirazioni del patriottismo italiano. Di questa nave diamo qui una prima fotografia, che ce la presenta impostata nel cantiere, di dove scese superbamente in mare, ad attestare che l’Italia moderna, nel fervore della sua multiforme operosità, non sta indietro a nessuna nazione quando si tratta di affermarsi sul mare, dove nell’avvenire sarà la maggiore espansione e la più urgente difesa dei suoi interessi e dei suoi diritti” ( Illustrazione popolare – anno 41 n. 35, 28 agosto 1910). Il suo dislocamento 5 normale era di 19.500 tonnellate (21.800 a pieno carico). Era lunga 168,1 metri, larga 26,6 e con una immersione di 9,4 metri. L’apparato motore era formato da 23 caldaie (17 alimentate a carbone e 6 a nafta) che davano vapore a 4 turbine per 4 assi e, quindi 4 eliche, sviluppando una potenza di complessivi 32.200 CV e con una velocità di 23 nodi. Possedeva un’autonomia di 5.000 miglia ad una velocità di 10 nodi.

L’armamento era così costituito:
– 12 cannoni da 305/46mm, modello 1909 (in 4 impianti trinati);
– 20 cannoni da 120/50 mm., modello C1909 (4 impianti binati e 12 singoli in casamatta);
– 16 cannoni da 76/40 mm (posti sul tetto delle torri da 305/46);
– 2 cannoni da 40/39 mm. sul ponte,
– 6 mitragliere e 3 tubi lancia siluri W 200-450 da 450 mm.

L’equipaggio era di 970 uomini. Le torri trinate in linea di chiglia furono adottate anche dalle monocalibro russe tipo Gangut. Quattro torri, con pezzi da 305/46, erano disposte lungo l’asse della nave e potevano sparare simultaneamente da entrambe le fiancate; il tiro di caccia o in ritirata, invece, era effettuato unicamente dalla torre prodiera e da quella poppiera.  La sistemazione delle artiglierie, una a prora ed una poppa e le altre due a centro nave, fu adottata per mantenere basso il centro di gravità del bastimento e ridurne il profilo L’unico difetto era rappresentato dallo spessore della corazzatura risultato inferiore a quello delle unità similari straniere.  La protezione (acciaio Terni), infatti, era così distribuita: verticale (sulle fiancate) 250 mm.; orizzontale, sui ponti 50 mm.; in corrispondenza delle artiglierie e del torrione, 250 e 280 mm. Ma la ridotta protezione era a vantaggio della velocità e della  manovrabilità. Entrata in servizio il 15 gennaio 1913, la nave da battaglia Dante Alighieri effettuò una crociera di collaudo nell’Oceano Atlantico, toccando i porti di Dakar, Funchal (Madera), Ponta Delgada e Vigo. Nel 1913 fu sperimentata la sistemazione di un idrovolante del tipo “Curtis” ed attrezzata, nel 1925, per portare un idrovolante tipo “M 18”. Unitamente alle unità Duilio, Giulio Cesare, Conte di Cavour, Leonardo da Vinci e Andrea Doria, costituiva il gruppo delle 6 dreadnoughts che contrastavano le forze austroungariche nel primo conflitto mondiale. Nel 1913 imbarcò a Livorno il re Vittorio Emanuele III per portarlo a Castellammare di Stabia al varo della corazzata Duilio. Al comando del Contrammiraglio Camillo Corsi e del C.V. Biscaretti, faceva parte della Seconda Divisione di stanza a Taranto. Il 5 settembre del 1915 si imbarcò, alzando la sua insegna, il comandante in capo dell’Armata, Vice-Ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi. Il 30 novembre 1916 approdò a Corfù rientrando a Taranto il 27 gennaio 1917. Durante tutto il conflitto non fu impegnata in battaglie in quanto le navi della Kriegsmarine, la Marina Imperiale autroungarica, raramente lasciavano i porti, tanto è vero che furono snidate dalle imprese leggendarie dei M.A.S. Il 2 ottobre 1918 partecipò all’unica azione bellica bombardando il porto di Durazzo ed a protezione di un gruppo di
navi italo-inglesi.

Tra le sue attività si annoverano anche:
– la partecipazione, assieme alla Cavour ed alla Duilio, nel 1924 ad una crociera in Spagna in occasione di una visita dei reali d’Italia;
– nel 1918 al trasferimento da Taranto a Venezia per l’occupazione delle coste e delle isole dalmate;
– dal 1919 al 1921, al comando del C.V. Antonio Faschino, alla presenza nel porto di Fiume in occasione dell’impresa di Gabriele D’Annunzio;

– una visita, assieme al Duilio ed al Doria, della città di Zara nel 1927.

Nel 1923 subì sostanziali modifiche, la conversione a nafta dell’alimentazione di tutte le 23 caldaie. Il 1° luglio del 1928 fu radiata e demolita poco dopo.

 

Antonio Cimmino (Socio della Federazione Provinciale di Napoli)

 

 1)Grandi navi da battaglia rivestite da corazze di acciaio. Ancora nella seconda guerra mondiale, le corazzate rappresentavano l’ossatura delle flotte. La più grande corazzata fu la nipponica Yamato di 72.000 tonnellate con 9 cannoni da 457 millimetri ed una corazza spessa 450 mm., nonché con una velocità di 28 nodi. Nell’ultimo conflitto mondiale l’Italia possedeva le seguenti corazzate: Vittorio Veneto, Littorio (poi Italia), Cavour, Roma, Giulio Cesare, Duilio, Doria e Impero (mai terminata).

2) È il diametro dell’anima di una bocca da fuoco espresso in millimetri. Il calibro minimo delle artiglierie è di 20 millimetri.

3) Generale ed ingegnere navale (Torino, 1865 – Roma, 1913). Fu anche direttore del regio cantiere navale di Castellammare di Stabia. Precursore dell’uso della combustione a nafta invece che a carbone nelle caldaie dei bastimenti nel 1890-92 studiò con il collega Benedetto Brin la protezione subacquea delle navi da battaglia. Nel 1899 progettò una classe di corazzate veloci e potenti pre-dreadnought (classe Vittorio Emanuele) di 12.700 tonnellate.

4) Ispettore Generale del genio Navale (Napoli, 1849 – Roma, 1910). Fu anche direttore del regio cantiere navale di Castellammare di Stabia. Progettò, alla fine dell’800, le navi classe Garibaldi, alcune delle quali furono vendute all’Argentina ed alla Spagna. Progettò, tra l’altro, gli incrociatori corazzati classe San Giorgio, Vettor Pisani ed Umbria.

5) È il peso di una nave espresso in tonnellate. È dato dal prodotto del volume di carena (parte immersa) espresso in metri cubi per il peso specifico dell’acqua in chilogrammi su metri cubi.  Il dislocamento standard di una nave da guerra è quello del bastimento pronto a navigare (con equipaggio, viveri, ecc.) ma senza combustibile e senza acqua dolce di riserva dell’apparato motore.

 

 Pubblicato sul periodico "Il Nastro Azzurro" n. 3 2008

 

 

NAVE FARNESE

NAVE AIRONE

NAVE ALPE

NAVE SCUOLA CRISTOFORO COLOMBO

INCROCIATORI CAIO DUILIO E VITTORIO VENETO

NAVE DA BATTAGLIA EMANUELE FILIBERTO

REGIA NAVE SAN GIORGIO

NAVE CORAZZATA CARACCIOLO

REGIA NAVE GIOVANNI DELLE BANDE NERE

REGIA NAVE NAPOLI

NAVE MARGOTTINI

NAVE DA BATTAGLIA DANTE ALIGHIERI

REGIA NAVE CICALA

NAVE ETNA

VESPUCCI

REGIA NAVE ITALIA

AMERIGO VESPUCCI

Fregata Corazzata FARNESE

Fregata RIZZO

Nave Reale FRANCESCO I

Nave Reale TARVISIO

Fregata  FASAN

Fregata Corazzata PRINCIPE AMEDEO

Pirofregata a Ruota ETTORE FIERAMOSCA

RN MARCO POLO

Vascello MONARCA

RN MISENO

RN SAETTA

Incrociatore RN SAVOIA

Incrociatore Lanciamissili VITTORIO VENETO

Incrociatore Corazzato LOMBARDIA

Incrociatore Torpediniere TRIPOLI

Incrociatore Lanciamissili CAIO DUILIO

Pirofregata MESSINA

Incrociatore Corazzato ETNA

Nave ERITREA

Incrociatore SAN MARCO

Posamine PELAGOSA

Regia Nave CAIO DUILIO

Cannoniere SCILLA

Incrociatore Torpediniere PARTENOPE

Incrociatore BASILICATA

Incrociatore CAMPANIA

Regia Nave Incrociatore Torpediniere Corazzato AGORDAT

Incrociatore Torpediniere GOITO

Corazzata SAN MARCO

Esploratore MARSALA

Incrociatore FLAVIO GIOIA

Incrociatore FLAVIO GIOIA

Incrociatore Torpediniere COATIT

Posamine BUCCARI

Corazzata UMBERTO I

Navi Scuola Cristoforo COLOMBO e Amerigo VESPUCCI

Corazzata ITALIA

Corazzata ITALIA

Regia Nave Nino BIXIO

Incrociatore Corazzato Vettori PISANI

Giovanni delle BANDE NERE

Corazzata Ruggiero Di LAURIA

Corazzata Vittorio EMANUELE

Nave da Battaglia NAPOLI

Nave da Battaglia Caio DUILIO

Corazzata Caio DUILLIO

Corazzata Caio DUILLIO

Vascello MONARCA

Vascello SANNITA

Nave da Battaglia Benedetto BRIN

Nave da Battaglia DANTE

Pirofregaya a ruote Torquato TASSO

Fregata CRISTINA

Pirofregata ARCHIMEDE

Avviso a ruote SIRENA

Vascello MONARCA

Corvetta CARACCIOLO

Brigantino INTREPIDO

Cantiere Navale

Unita in allestimento

Vascello CAPRI

Vascello VESUVIO

Fregata REGINA ISABELLA

Fregata REGINA ISABELLA

Varo 1ª Dreadnought Italiana DANTE ALIGHIERI

Varo Corazzata Benedetto BRIN

Varo Incrociatore San GIORGIO

Varo Incrociatore San MARCO

Varo Nave da battaglia Vittorio EMANUELE III

Varo Super Dreadnought Italiana CARACCIOLO